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Tumore prostata

La terapia ormonale per il tumore al seno


Circa due terzi delle donne con cancro al seno presentano tumori che contengono recettori ormonali ( recettori per l'ormone estrogeno [ tumore definito ER-positivo ] o il progesterone [ tumore PR-positivo ] o entrambi ).
L’obiettivo della terapia ormonale è quello di bloccare questi ormoni e contrastare la crescita tumorale.
Le donne che sono ER-positive presentano una maggiore probabilità di rispondere alla terapia ormonale rispetto alle donne che sono ER-negative.

A) Tamoxifene

Il Tamoxifene ( Nolvadex ) è un farmaco che viene assunto per bocca a cadenza giornaliera; può essere utilizzato in donne di qualsiasi età, indipendentemente dal fatto che siano entrate in menopausa.
Il trattamento con Tamoxifene per 5 anni ha dimostrato di ridurre il rischio di recidiva o di insorgenza di nuovo tumore al seno nelle donne con tumori alla mammella ER-positivi o in cui lo stato ER è sconosciuto.

Le donne che assumono Tamoxifene hanno maggiore probabilità di sviluppare il cancro dell'utero ( carcinoma dell'endometrio ) rispetto alle donne che non ne fanno uso.
Pertanto sono necessari regolari esami pelvici, e qualsiasi sanguinamento uterino anomalo deve essere segnalato al proprio medico.

Altri rischi prodotti dal Tamoxifene comprendono: trombosi venosa profonda [ coaguli ematici nelle vene profonde, spesso, alle gambe ], embolia polmonare [ coaguli ematici a livello polmonare ], ictus e cataratta.
Le vampate di calore e gli sbalzi d'umore sono effetti collaterali minori.

Il Tamoxifene aiuta anche a prevenire l'osteoporosi.

B) Inibitori dell’aromatasi

Gli inibitori dell'aromatasi sono farmaci che curano il cancro al seno sia negli stadi iniziali sia in quelli avanzati.
Appartengono a questa classe: Anastrozolo ( Arimidex ), Exemestano ( Aromasin ), e Letrozolo ( Femara ).

Gli inibitori dell'aromatasi impediscono la produzione di estrogeni, bloccando l'azione di un enzima ( aromatasi ) che trasforma gli androgeni in estrogeni.

Questi farmaci sono efficaci solo nelle donne dopo la menopausa. Assunti per bocca una volta al giorno, trovano impiego nel trattamento del cancro al seno ER-positivo, sia dopo terapia con Tamoxifene sia da soli.

Un grave effetto collaterale associato all’uso degli inibitori dell'aromatasi è l'osteoporosi, che può causare fratture ossee. E’necessario sottoporsi a misurazione della densità ossea per verificare la presenza di osteoporosi.
Altri effetti indesiderati comprendono: vampate di calore, dolori muscolari e articolari, problemi di memoria.
Le donne trattate con inibitori dell’aromatasi presentano un più alto rischio di malattie cardiache.

C) Ablazione ovarica

Alcune donne con cancro al seno possono beneficiare della ablazione ovarica, se non sono ancora in stato menopausale e il loro tumore è ER-positivo.
L’ablazione ovarica impedisce la produzione di estrogeni da parte delle ovaie.

L’ablazione ovarica può essere effettuata mediante rimozione chirurgica delle ovaie o sottoponendo le ovaie a terapia radiante. Una terza tecnica ( soppressione ovarica ) consiste nella somministrazione di un agonista LHRH ( ormone rilasciante l’ormone luteinizzante ).

Uno degli agonisti LHRH più impiegati è il Goserelin ( Zoladex ) che viene assunto mediante iniezione una volta al mese.
Il Goserelin può causare effetti indesiderati tipici della menopausa ( vampate di calore e sudorazione, cambiamenti d’umore, difficoltà a dormire ). ( Xagena )

Fonte: National Health Service ( NHS ), 2015

Xagena_Medicina_2015



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